Secondo un articolo di The Vision per il filosofo Byung Chul-Han ciò che impedisce alla nostra società di vivere un reale cambiamento nonostante la rapida evoluzione scientifica e tecnologica è l’algofobia, ossia la paura di soffrire. Eliminare il dolore da qualunque ambito sociale e personale, spinti anche dall’ossessione per la positività, porta infatti a una condizione di apatia e conformismo. Ma per cambiare davvero il mondo dobbiamo tornare a essere pronti a soffrire, recuperandone l’aspetto pubblico e la sua capacità di spingere i singoli individui a unirsi per delle battaglie che coinvolgano davvero la vita di tutti.
Però, secondo un’indagine di LEGO, effettuata nel 2019 in USA e UK su oltre 3 mila bambini tra gli 8 e i 12 anni, è emerso che l’aspirazione massima degli under 12 è diventare uno YouTuber. Ossia un lavoro che ti permette di raccontare quello che più ti appassiona e che si può fare quasi esclusivamente dalla propria cameretta. Youtube è stato inventato ‘solo’ 15 anni fa ma è riuscito a diventare il lavoro dei sogni delle nuove generazioni, la loro più grande aspirazione. Quale sarà il lavoro dei sogni dei bambini nel 2030? Lo sviluppatore di videogiochi? Il Tiktoker? Il broker di crypto?
Da piccolo volevo fare lo scrittore e il regista, perché così avrei potuto raccontare storie e metterle in scena davanti a un grande pubblico, perché – è vero – avrei potuto dare sfogo a una mia personale visione del mondo e avrei “giocato” con situazioni, persone, oggetti, esattamente come fa un bambino davanti al suo tavolo coi Lego. Ma sentivo che quel tipo di professione avrebbe avuto anche un aspetto sociale, ossia una funzione diversa dal solo narcisismo ed egocentrismo infantile, e che avrei potuto essere d’aiuto e magari anche d’esempio per coloro che avrebbero letto i miei romanzi o visto i miei film. Magari avrei anche combattuto e sofferto pur di produrre la mia arte, insomma già consideravo una percentuale di “dolore” in quella che immaginavo sarebbe stata la mia carriera. E non mi importava, anzi, faceva intrinsecamente parte del piano perché ero stato educato anche a questo.
Ho 41 anni, ho accumulato diverse esperienze, dal mondo legale fino ai set cinematografici, passando da tv, web e blog. Ogni volta che mi propongo per un nuovo progetto ( video, romanzo, format… ) cerco di spiegare quanto l’aver sofferto e sudato mi abbia fatto crescere come essere umano amplificando la mia capacità empatica e creativa. Ogni volta la risposta è: “Sì, ma quanti follower hai?”.
“L’amore mi si offrì ed io mi ritrassi dal suo inganno, il dolore bussò alla mia porta e io ebbi paura, l’ambizione mi chiamò ma io temetti gli imprevisti. Malgrado tutto avevo fame di un significato nella Vita”.
– Fino a qui mi ci ritrovo, nella poesia intendo. – Sette anni fa vivevamo ancora sul tetto di una casa a Barcellona. – Me lo ricordo perfettamente. – Ti aspettavi andasse così? – No, ma temevo andasse com’è andata. – Infatti. – Ci abbiamo provato. – Quindi? – Ascolta come continua la poesia…
“E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca. Dare un senso alla vita può condurre alla follia ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio, è una barca che anela al mare eppure lo teme”.
– Di chi è? – Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River. – Perché la pubblichi? – Tutti hanno bisogno di buona poesia. Lo dico sul serio: tutti. – E ora? – Cosa? – Che accadrà? – Ovviamente non lo so. So solo cosa non funziona per me e cosa invece mi appartiene. Il resto è perlopiù un mistero, come per chiunque. – Già. – Partecipare. – Cosa? – Partecipare alla vita nonostante tutto, ecco. – Partecipare senza vincere? – Vincere è bello ma, lo sai, non è sempre possibile. Già essere parte attiva di qualcosa è importante. – Non è da te fingerti uno qualunque… – Non sono uno qualunque, sono uno, comunque. – Sai che accadranno altri eventi che non vorresti accadessero? – Lo so ma partecipo lo stesso. – Da dove ti viene questa mancanza di disperazione finale? Come fai a non impazzire e non mollare tutto? Come, anche se non ottieni ciò che vuoi, sapendo che la vita è orribile, che è più semplice morire che vivere, che l’umanità resta pur sempre un inferno contraddittorio e spesso ripugnante?! – Partecipo alla buona poesia. . #nelsoncorallo #scrittore #scrittura #dialogo #spoonriver #edgarleemasters #pulpcover #incidente #accident #sexyheels #hostess #poesia
Comunichiamo per sopravvivere, perché l’isolamento è una tra le più atroci torture. Cerchiamo connessioni anche quando sembra una gara o una lotta con la bava alla bocca tra bestie feroci. Nessun essere umano è fatto per il silenzio o lo spazio vuoto. Tranne per un po’ di tempo, mentre ognuno si ascolta interiormente. Poi si torna indietro, tra le persone. Imperfette, certo, meschine e deplorevoli, sicuro, ma necessarie alla sopravvivenza. Ciascuno si esprime e lo fa tramite qualsiasi mezzo che corrisponda al proprio sentire, anche il più abbietto. Perché esista qualcuno che dialoghi tramite l’orrore anziché con la bellezza, potendo scegliere, è per certi aspetti un mistero, forse una malattia dell’anima o della società. La grazia deve essere insegnata a tutti ma è più semplice governare chi ha bassi riferimenti etici ed estetici. Inoltre la bellezza costa molto e non possiamo quasi più permettercela. A parte la natura, che procede a essere avvenente da se’, la bellezza creata dagli esseri umani è faticosa e dispendiosa, inoltre non è più finalizzata all’elevazione delle anime ma solo al rientro economico. È merce che deve riconvertirsi in denaro, la bellezza di oggi. Sarà così per qualche tempo ancora, mentre riformuleremo l’estasi altrove, lontano dallo sguardo mercificante del web e inizieremo anche a non condividerla più, perché saremo noi contro l’algoritmo che ce la vuole prendere e mettere in vendita prima che possiamo anche solo goderne. Diventeremo occultatori di bellezza, ladri di grazia, ribelli al servizio dell’armonia senza profitto. . #nelsoncorallo #scrittura #scrittore #frasi #pensieri #bellezza #filosofia #idee #grazia #estasi #impermanenza #buddismo
La sintesi tra tiktoker e pornostar è ormai compiuta. Profili e storie di persone che sorridono guardando in camera, ammiccando o facendo un balletto sexy su una musichetta ipnotica, dove poi fai “swipe up” e finisci su onlyf4ns per cui paghi con carta di credito un contenuto che sembra privato ma in realtà è libero per chiunque lo acquisti. Non bastano più le piattaforme hard, perché è l’abbonamento che vince, ossia il netflix del porno. Alcuni utenti sono aspiranti influencer, modellə non ancora porno, ma guardando in camera invitano comunque allo “swipe up” per venderti un contenuto. C’è un filone di personaggi che piangono durante le stories e poi dicono che sei vuoi consolarli puoi far loro dei regali, che poi pubblicano nelle stories seguenti citando il tuo nome. E c’è chi manda merce pur di comparire in 15 secondi di video, manco di persona, solo col nickname. Senza mai scopare. Anche il sesso è stato sostituito dall’oggetto. – Io stasera esco, con un amico, a bere e mangiare fuori da qui. Non giudico, osservo. Pornostar, tiktoker, instagrammer non sono il futuro, sono il presente. I milioni di utenti che pagano cash per video sono la realtà. Ridevamo dei giapponesi che compravano mutandine usate, non dovremmo più considerarli pazzi poiché loro rappresentano la normalità. Ieri sera ho visto una prostituta dal benzinaio, erano quasi le 23. Era una puttana reale in mezzo alla strada poco prima del coprifuoco, mi è parso di tornare a una vita che credevo fosse estinta. Ho amato quella giovane donna fatta di carne e disperazione, pietà, orrore, perché era vera oltre il mio parabrezza, come era vero lo schifoso cliente di turno e il suo pappone. Voglio vedere persone nel mondo e non voglio pagarle per ricevere video, semmai offro da bere e mangiare, ballare, viaggiare. E poi scopare. Disdire abbonamenti è meglio che smettere di fumare, subito. C’è gente che paga e manda roba tramite un corriere a gente che frigna su instagram per ricevere roba a casa e ringraziare nel video… Ma non siete matti, siete la normalità. . #nelsoncorallo #scrittore #scrittura #instagram #collage #artcollage #tiktok #onlyfans #pornhub #consumismo #influencer #follia #collageart
Random #Pasolini 1
“Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo!” “In una società dove tutto è proibito, si può fare tutto: in una società dove è permesso qualcosa si può fare solo quel qualcosa” “L’Italia non ha avuto una grande Destra perché non ha avuto una cultura capace di esprimerla. Essa ha potuto esprimere solo quella rozza, ridicola, feroce destra che è stato il fascismo” “Il nuovo fascismo non distingue più: non è umanisticamente retorico, è americanamente pragmatico. Il suo fine è la riorganizzazione e l’omologazione brutalmente totalitaria del mondo” “Il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, che fosse prima di tutto un consumatore” “Il potere è divenuto un potere consumistico, infinitamente più efficace nell’imporre la propria volontà che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione” “L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, oggi, il fascismo” “Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio «uomo» che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali” “I nuovi valori consumistici prevedono infatti il laicismo, la tolleranza e l’edonismo più scatenato, tale da ridicolizzare risparmio, previdenza, rispettabilità, pudore, ritegno e insomma tutti i vecchi «buoni sentimenti»” “La cultura piccolo borghese, almeno nella mia nazione, è qualcosa che porta sempre a delle corruzioni, a delle impurezze. Mentre un analfabeta, uno che abbia fatto i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura. E questa grazia poi si ritrova a un altissimo grado di cultura, ma la cultura media è sempre corruttrice” “Il moralista dice di no agli altri, l’uomo morale solo a se stesso”
#nelsoncorallo #pierpaolopasolini #scrittura
Tutti i giorni sulla stampa culturale leggiamo recensioni di libri straordinari, sorprendenti, di esordi eccezionali. Sembra che quotidianamente la nostra editoria riesca a sfornare il libro dell’anno. Finita però la sfilza di aggettivi iperbolici, le sviolinate, gli incensamenti gratuiti, non ci rimane più niente. I libri più fortunati vincono qualche premio, vendono qualche migliaio di copie se va bene, i loro autori si guadagnano un paio di comparsate in tv e magari un posto al sole sui grandi quotidiani per pontificare sulla qualunque. Ma di romanzi generazionali, di libri che segnano un’epoca, che ne raccontano traumi e speranze, ossessioni e aspettative, neanche l’ombra. Noi stiamo cercando libri che attraversino i millenni (è ambizioso, sì) che squarcino il ventre dei secoli, che contengano anche solo un frammento dell’eternità, del gioco infinito del nostro essere nel mondo. Tutto ciò che è passeggero, transitorio ed evanescente non ci interessa, tutto ciò che non affonda verticalmente nella nostra tragica condizione di uomini e donne assegnati accidentalmente su questa sfera di roccia e acqua in un universo in perenne espansione nel nulla – non merita di essere pubblicato. Sogniamo librerie semi-vuote, premi e concorsi letterari aboliti, giornalisti culturali con il coltello tra i denti pronti a stroncare qualsiasi nuova uscita. Solo dal silenzio, dal mistero e dal terrore potrà nascere una buona letteratura. Fino ad allora siamo destinati a scambiare per letteratura l’intrattenimento, o a rifugiarci nei capolavori di epoche passate in cui si passavano le giornate a decidere se togliere o mettere una virgola.
«La semplicità di cui parlo è quando i pensieri si chiarificano e divengono il nostro pensiero. È eleganza, che non a caso è un criterio di verità che si applica nella valutazione delle teorie scientifiche e, aggiungo, anche delle teorie esistenziali. La semplicità è mettere ordine nella propria vita. Bisogna lavorare per diventare semplici: non è semplice essere semplici» cit. #VitoMancuso
Finora ho impiegato gran parte delle mie energie fisiche e psichiche nel tentativo di sistemare il guazzabuglio che è sempre stata la mia esistenza familiare e privata. Un gomitolo intrecciato di vite in conflitto, storie personali, guerre di sangue ed emotività esasperate, trasferimenti dal sud al nord, affetti, nevrosi e tradizioni arcaiche. Mentre tutto diventava attuale e moderno nel mondo, io ero disperso nel mio passato e il tempo che dedicavo ad altro che non fosse faida era sempre poco, perlopiù rubato. Ma ho insistito, errore dopo errore, perché diventare pulito e semplice era ancora possibile. Perché altrimenti avrei continuato a vivere come un selvaggio o un criminale periferico, perdendo le rare occasioni di bellezza che comparivano sulla mia strada e che ero inadatto a trattare con la giusta cura, finché restavo simile a un me stesso troppo grezzo e incattivito. Avrei potuto illudermi che la colpa non fosse mia, era una tentazione forte gettare la responsabilità solo sull’esistenza. Ma quando si sta a contatto con il sapere, l’arte e la propria coscienza come mi ostino a fare io, non si sfugge a lungo dalla verità. Quindi si pagano tutti i debiti e ogni singolo delitto, perché? Per tornare a essere innocenti e godere il bene, raro, che sta al mondo. Volontà di essere semplice, in ordine, per provare di nuovo piacere. Non si tratta di santità o abnegazione eroica, semmai è attrazione erotica verso il meglio della vita che non si può ottenere davvero finché si resta gretti o ignari. L’esercizio del sapere è fatto per chi ha una coscienza e vuole succhiare il nettare, per chi vuole elevarsi, per chi ha grandi orizzonti. . #nelsoncorallo #scrittura #scrittore #frasi #semplice #semplicità #libro #romanzo #filosofia #eros #piacere #volontà #ordine #pulizia #zen
Potrei farvi leggere qualsiasi cosa, spingervi avanti senza fatica, quasi senza rendervene conto. Sono una scheggia quando voglio e se voglio.
Siete già dentro la storia. Mi è bastato andare a capo.
Ancora una volta.
Scrivere per la tv è sia prostituzione che bravura. Non ti dimentichi che esiste la cultura o la bellezza, solo non la contempli nel tuo lavoro, in ciò che fai per vivere, mangiare, pagare le bollette o le vacanze. Ti lamenti? No, è solo piangersi addosso. E la gente che frequenti? Superficialmente frivola ma non lo è. Soffre, ama, crede, lotta, spera esista un Dio o che altro capace di dare un senso profondo alle cose ma come te è costretta a vivere nella realtà. Tutti sognano, che ti credi?
Quinto o sesto capoverso.
Si innamorava intensamente e poi reprimeva ogni impulso dolciastro o piacevole per non diventare sciocco e vulnerabile. Cercava di far durare la sensazione di benessere ormonale il meno possibile, per il minor tempo possibile. Lasciava che le illusioni iniziali si sgretolassero nel giro di poche ore. Si diceva che l’entusiasmo fosse il peggior pericolo a cui potesse andare incontro.
Non credeva nelle critiche dei critici. Per troppo tempo aveva ascoltato i pareri di persone che ne sapevano sicuramente meno di lui. I critici sono artisti falliti. Ma aveva iniziato a dare retta ai consigli dei colleghi su come essere più diplomatico, insomma meno irruento quando diceva un “no”‘.
Il sole di quei giorni, al mattino, mandava raggi calmi e ancora bagnati d’inverno. Poi scaldavano a sufficienza perché le gemme iniziassero a ribollire sotto le scorze legnose. Alla sera tornava a far freddo.
“Posso essere una scheggia, se voglio e quando voglio”, si diceva.
Da qualche tempo, non sapeva come avesse iniziato, aveva preso a bere la notte. Fumava almeno dieci sigarette al giorno. E beveva whisky finché non finiva la bottiglia. Allora passava all’amaro. Sarebbe diventato alcolizzato? Aveva sempre giudicato male chi abusava dell’alcool. Ad esempio suo padre. Finiva bottiglie di grappa una dietro l’altra e prima beveva vino.
Faceva in modo che l’innamoramento durasse poco perché “quando una donna si innamora diventa pazza e quando si innamora un uomo diventa fesso”. Rifletteva su un possibile collegamento tra soffocare l’amore fin dai primi impulsi e il fatto di bere di più.
I suoi colleghi avevano comunque ragione: era necessario diventare più diplomatici, più propensi al compromesso nonostante l’ambiente di merda in cui tutti vivevano. Si diceva ogni giorno che chiunque al mondo possedeva una scheggia divina al proprio interno. E ci credeva, lo ripeteva guardando i raggi gialli e freschi del mattino, lo pensava vestendosi nella camera da letto. Poi usciva.
Poteva essere una scheggia a scrivere. Portare la gente dove voleva. Solo che non sempre voleva portare qualcuno da qualche parte. Lo stile è un fatto personale, l’importante è portare la gente sul fondo. Della storia o di se stessi.Lavorava per la tv ormai da anni. Non gli piaceva anche se ne godeva. Probabilmente era quello il suo vero mestiere. Ma doveva imparare a essere più diplomatico.
Ora che aveva piazzato qualche domanda nel lettore sul fatto che lui avesse un problema di alcolismo incipiente, un autolesionismo privato sul fatto di strozzare l’amore sul nascere, un brutto carattere riguardo i rapporti sociali e su come avrebbe risolto queste e altre questioni, poteva finire l’incipit.E tutti sarebbero arrivati fin qui.
Per ora.
Era una scheggia ma non sempre voleva portare qualcuno o qualcosa da qualche parte. Quando scriveva si firmava Nelson Corallo perché gli era parso un nome che evocava il mare e i pirati.”Andresti avanti a leggere? Sì, lo faresti, per ora è buono, è abbastanza buono”, si diceva.