“L’amore mi si offrì ed io mi ritrassi dal suo inganno, il dolore bussò alla mia porta e io ebbi paura, l’ambizione mi chiamò ma io temetti gli imprevisti. Malgrado tutto avevo fame di un significato nella Vita”.
– Fino a qui mi ci ritrovo, nella poesia intendo.
– Sette anni fa vivevamo ancora sul tetto di una casa a Barcellona.
– Me lo ricordo perfettamente.
– Ti aspettavi andasse così?
– No, ma temevo andasse com’è andata.
– Infatti.
– Ci abbiamo provato.
– Quindi?
– Ascolta come continua la poesia…
“E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca. Dare un senso alla vita può condurre alla follia ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio, è una barca che anela al mare eppure lo teme”.
– Di chi è?
– Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River.
– Perché la pubblichi?
– Tutti hanno bisogno di buona poesia. Lo dico sul serio: tutti.
– E ora?
– Cosa?
– Che accadrà?
– Ovviamente non lo so. So solo cosa non funziona per me e cosa invece mi appartiene. Il resto è perlopiù un mistero, come per chiunque.
– Già.
– Partecipare.
– Cosa?
– Partecipare alla vita nonostante tutto, ecco.
– Partecipare senza vincere?
– Vincere è bello ma, lo sai, non è sempre possibile. Già essere parte attiva di qualcosa è importante.
– Non è da te fingerti uno qualunque…
– Non sono uno qualunque, sono uno, comunque.
– Sai che accadranno altri eventi che non vorresti accadessero?
– Lo so ma partecipo lo stesso.
– Da dove ti viene questa mancanza di disperazione finale? Come fai a non impazzire e non mollare tutto? Come, anche se non ottieni ciò che vuoi, sapendo che la vita è orribile, che è più semplice morire che vivere, che l’umanità resta pur sempre un inferno contraddittorio e spesso ripugnante?!
– Partecipo alla buona poesia.
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Comunichiamo per sopravvivere, perché l’isolamento è una tra le più atroci torture. Cerchiamo connessioni anche quando sembra una gara o una lotta con la bava alla bocca tra bestie feroci.
Nessun essere umano è fatto per il silenzio o lo spazio vuoto. Tranne per un po’ di tempo, mentre ognuno si ascolta interiormente. Poi si torna indietro, tra le persone. Imperfette, certo, meschine e deplorevoli, sicuro, ma necessarie alla sopravvivenza.
Ciascuno si esprime e lo fa tramite qualsiasi mezzo che corrisponda al proprio sentire, anche il più abbietto.
Perché esista qualcuno che dialoghi tramite l’orrore anziché con la bellezza, potendo scegliere, è per certi aspetti un mistero, forse una malattia dell’anima o della società.
La grazia deve essere insegnata a tutti ma è più semplice governare chi ha bassi riferimenti etici ed estetici. Inoltre la bellezza costa molto e non possiamo quasi più permettercela. A parte la natura, che procede a essere avvenente da se’, la bellezza creata dagli esseri umani è faticosa e dispendiosa, inoltre non è più finalizzata all’elevazione delle anime ma solo al rientro economico. È merce che deve riconvertirsi in denaro, la bellezza di oggi.
Sarà così per qualche tempo ancora, mentre riformuleremo l’estasi altrove, lontano dallo sguardo mercificante del web e inizieremo anche a non condividerla più, perché saremo noi contro l’algoritmo che ce la vuole prendere e mettere in vendita prima che possiamo anche solo goderne. Diventeremo occultatori di bellezza, ladri di grazia, ribelli al servizio dell’armonia senza profitto.
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La sintesi tra tiktoker e pornostar è ormai compiuta. Profili e storie di persone che sorridono guardando in camera, ammiccando o facendo un balletto sexy su una musichetta ipnotica, dove poi fai “swipe up” e finisci su onlyf4ns per cui paghi con carta di credito un contenuto che sembra privato ma in realtà è libero per chiunque lo acquisti.
Non bastano più le piattaforme hard, perché è l’abbonamento che vince, ossia il netflix del porno.
Alcuni utenti sono aspiranti influencer, modellə non ancora porno, ma guardando in camera invitano comunque allo “swipe up” per venderti un contenuto. C’è un filone di personaggi che piangono durante le stories e poi dicono che sei vuoi consolarli puoi far loro dei regali, che poi pubblicano nelle stories seguenti citando il tuo nome. E c’è chi manda merce pur di comparire in 15 secondi di video, manco di persona, solo col nickname. Senza mai scopare. Anche il sesso è stato sostituito dall’oggetto.
– Io stasera esco, con un amico, a bere e mangiare fuori da qui.
Non giudico, osservo. Pornostar, tiktoker, instagrammer non sono il futuro, sono il presente. I milioni di utenti che pagano cash per video sono la realtà. Ridevamo dei giapponesi che compravano mutandine usate, non dovremmo più considerarli pazzi poiché loro rappresentano la normalità.
Ieri sera ho visto una prostituta dal benzinaio, erano quasi le 23. Era una puttana reale in mezzo alla strada poco prima del coprifuoco, mi è parso di tornare a una vita che credevo fosse estinta. Ho amato quella giovane donna fatta di carne e disperazione, pietà, orrore, perché era vera oltre il mio parabrezza, come era vero lo schifoso cliente di turno e il suo pappone.
Voglio vedere persone nel mondo e non voglio pagarle per ricevere video, semmai offro da bere e mangiare, ballare, viaggiare. E poi scopare.
Disdire abbonamenti è meglio che smettere di fumare, subito.
C’è gente che paga e manda roba tramite un corriere a gente che frigna su instagram per ricevere roba a casa e ringraziare nel video… Ma non siete matti, siete la normalità.
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Random #Pasolini 1
“Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo!”
“In una società dove tutto è proibito, si può fare tutto: in una società dove è permesso qualcosa si può fare solo quel qualcosa”
“L’Italia non ha avuto una grande Destra perché non ha avuto una cultura capace di esprimerla. Essa ha potuto esprimere solo quella rozza, ridicola, feroce destra che è stato il fascismo”
“Il nuovo fascismo non distingue più: non è umanisticamente retorico, è americanamente pragmatico. Il suo fine è la riorganizzazione e l’omologazione brutalmente totalitaria del mondo”
“Il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, che fosse prima di tutto un consumatore”
“Il potere è divenuto un potere consumistico, infinitamente più efficace nell’imporre la propria volontà che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione”
“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, oggi, il fascismo”
“Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio «uomo» che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali”
“I nuovi valori consumistici prevedono infatti il laicismo, la tolleranza e l’edonismo più scatenato, tale da ridicolizzare risparmio, previdenza, rispettabilità, pudore, ritegno e insomma tutti i vecchi «buoni sentimenti»”
“La cultura piccolo borghese, almeno nella mia nazione, è qualcosa che porta sempre a delle corruzioni, a delle impurezze. Mentre un analfabeta, uno che abbia fatto i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura. E questa grazia poi si ritrova a un altissimo grado di cultura, ma la cultura media è sempre corruttrice”
“Il moralista dice di no agli altri, l’uomo morale solo a se stesso”
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Tutti i giorni sulla stampa culturale leggiamo recensioni di libri straordinari, sorprendenti, di esordi eccezionali. Sembra che quotidianamente la nostra editoria riesca a sfornare il libro dell’anno. Finita però la sfilza di aggettivi iperbolici, le sviolinate, gli incensamenti gratuiti, non ci rimane più niente. I libri più fortunati vincono qualche premio, vendono qualche migliaio di copie se va bene, i loro autori si guadagnano un paio di comparsate in tv e magari un posto al sole sui grandi quotidiani per pontificare sulla qualunque. Ma di romanzi generazionali, di libri che segnano un’epoca, che ne raccontano traumi e speranze, ossessioni e aspettative, neanche l’ombra. Noi stiamo cercando libri che attraversino i millenni (è ambizioso, sì) che squarcino il ventre dei secoli, che contengano anche solo un frammento dell’eternità, del gioco infinito del nostro essere nel mondo. Tutto ciò che è passeggero, transitorio ed evanescente non ci interessa, tutto ciò che non affonda verticalmente nella nostra tragica condizione di uomini e donne assegnati accidentalmente su questa sfera di roccia e acqua in un universo in perenne espansione nel nulla – non merita di essere pubblicato. Sogniamo librerie semi-vuote, premi e concorsi letterari aboliti, giornalisti culturali con il coltello tra i denti pronti a stroncare qualsiasi nuova uscita. Solo dal silenzio, dal mistero e dal terrore potrà nascere una buona letteratura. Fino ad allora siamo destinati a scambiare per letteratura l’intrattenimento, o a rifugiarci nei capolavori di epoche passate in cui si passavano le giornate a decidere se togliere o mettere una virgola.
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«La semplicità di cui parlo è quando i pensieri si chiarificano e divengono il nostro pensiero. È eleganza, che non a caso è un criterio di verità che si applica nella valutazione delle teorie scientifiche e, aggiungo, anche delle teorie esistenziali. La semplicità è mettere ordine nella propria vita. Bisogna lavorare per diventare semplici: non è semplice essere semplici» cit. #VitoMancuso
Finora ho impiegato gran parte delle mie energie fisiche e psichiche nel tentativo di sistemare il guazzabuglio che è sempre stata la mia esistenza familiare e privata. Un gomitolo intrecciato di vite in conflitto, storie personali, guerre di sangue ed emotività esasperate, trasferimenti dal sud al nord, affetti, nevrosi e tradizioni arcaiche. Mentre tutto diventava attuale e moderno nel mondo, io ero disperso nel mio passato e il tempo che dedicavo ad altro che non fosse faida era sempre poco, perlopiù rubato. Ma ho insistito, errore dopo errore, perché diventare pulito e semplice era ancora possibile. Perché altrimenti avrei continuato a vivere come un selvaggio o un criminale periferico, perdendo le rare occasioni di bellezza che comparivano sulla mia strada e che ero inadatto a trattare con la giusta cura, finché restavo simile a un me stesso troppo grezzo e incattivito.
Avrei potuto illudermi che la colpa non fosse mia, era una tentazione forte gettare la responsabilità solo sull’esistenza. Ma quando si sta a contatto con il sapere, l’arte e la propria coscienza come mi ostino a fare io, non si sfugge a lungo dalla verità. Quindi si pagano tutti i debiti e ogni singolo delitto, perché? Per tornare a essere innocenti e godere il bene, raro, che sta al mondo. Volontà di essere semplice, in ordine, per provare di nuovo piacere. Non si tratta di santità o abnegazione eroica, semmai è attrazione erotica verso il meglio della vita che non si può ottenere davvero finché si resta gretti o ignari.
L’esercizio del sapere è fatto per chi ha una coscienza e vuole succhiare il nettare, per chi vuole elevarsi, per chi ha grandi orizzonti.
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