La mano e l’anguria

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E’ la mia mano che regge una piccola anguria. Ci ho visto qualcosa di protettivo, come un bambino piccolo e arrotolato su se stesso stare al sicuro nel palmo del padre. Un’anguria che dovrebbe significare un frutto ingombrante invece qui è tenera, quasi indifesa. Anche le cose che nel nostro immaginario assumono proporzioni grottesche cominciano la loro vita in forma dolce. Ho osservato le mie dita. Stanno diventando come quelle di mio padre e dio mio nonno, stanno invecchiando. Sto evolvendo in un frutto meno tenero e più ingombrante al contrario della piccola anguria. E’ la foto delle mie contraddizioni, questa. E’ anche qualcosa di erotico, è mano virile di uomo che tiene un giovane seno di donna, sodo, rotondo, giusto. Da ultimo ho pensato: “E se invece della mia mano che regge una piccola anguria, come fosse un bambino arrotolato o il giovane seno di donna, avessi pubblicato la mano di una ragazza che tiene un qualsiasi ortaggio oblungo, quali pensieri avrei avuto? La volgarità avrebbe vinto, per forza. In certi casi è vero che all’uomo spetta la poesia, suo malgrado. E’ un’altra contraddizione dell’esistenza…”, dopodiché ho messo la foto sul web. E’ piaciuta. Chissà poi cosa ci vede la gente in una mano di uomo che regge una piccola anguria, vallo a capire…

Libertà e sugo coi peperoni

L’uomo veramente libero è colui che rifiuta un invito a pranzo senza sentire il bisogno di inventare una scusa.
(Jules Renard)

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Sono tornato a casa tardi dal lavoro oggi e stavo per mangiarmi un schifezza cedendo alla stanchezza, al nervosismo, all’incertezza della vita e alla vacuitá del mio frigo.

Poi ho pensato “No, non cedere, uomo!”.

Allora mi sono messo a fare il sugo semplice col pomodoro e basilico, “Ecco, bravo…”, ma poi ho ripensato, con la fame crescente, “Già che ci sei fai anche quello coi peperoni” e l’ho fatto.

Questo per dire che nella vita bisogna credere e non cedere, anche quando sei solo, anche se hai poche cose in dispensa, anche se la sera inizia ad essere fredda qui a Milano.

Almeno fino a quando non ti sposi e allora “Cazzo, ho lavorato fino a mó! Manco un sugo hai preparato?!” potrai dire a lei che ti risponderà “Ma vaffanculo, mica sono la tua cuoca!”, e tu potrai rimpiangere quel sugo coi peperoni che ti facevi la sera e ti restava sullo stomaco, ma almeno la colpa la potevi dare solo a te stesso.

“Ma vedi ‘sto cretino, pure il sugo pronto vuole…” continuerà intanto a dire lei, amandoti con odio #corallino

Per molti, libertà è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù.
(Gustave Le Bon)

weinstein e l’argento

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Ok, ormai la notizia ha più di una settimana e nella prospettiva del web é, quindi, vecchia.
Ne parlo lo stesso.
Tutti si sono espressi a proposito del produttore hollywoodiano e delle attrici che hanno ammesso di aver subito abusi e violenze da Weinstein. Tra queste donne, anche Asia Argento ha denunciato il fatto. Ma lo ha fatto dopo vent’anni dall’accaduto sentendosi poi chiamare “troia” dal popolo di internet per non aver parlato chiaro e subito. Lei si é difesa dicendo che tutte le donne coinvolte erano spaventate da Weinstein e proprio come loro ha temuto il suo potere fino ad oggi.
Io sono un uomo, il mio pensiero sarà sempre condizionato dall’esserlo, però ho provato a riflettere.
Molto spesso uomini “di potere” hanno molestato donne promettendo favori e carriere stellari. In un mondo come quello del cinema di Hollywood immagino sia sempre stato all’ordine del giorno, no? Non dico sia giusto, dico sia un fatto. E molte promettenti attrici non avranno accettato e altre ancora sí, chi può dirlo?
La questione però è un’altra: perché tutta questa rabbia contro Asia Argento? Forse perché migliaia di donne, ogni giorno, vengono abusate e molestate, forse perché non tutte loro stanno provando a far carriera nel cinema né sono figlie di un noto regista né tantomeno hanno assunto un’aria da rockstar glamour come lei, é chiaro? Lo ripeto, ogni giorno il genere femminile é sottoposto ad abusi da parte di uomini “di potere”. Ogni giorno il genere femminile subisce violenze. Ogni giorno una donna teme di dire ad alta voce quello che le é accaduto sentendosi assurdamente colpevole nonostante non sia colpa sua.
Ogni giorno, é chiaro?
Il fatto é che Asia Argento non sembra aver denunciato Weinstein per liberarsi da un dolore atroce che la distruggeva nell’intimo o per esortare altre donne a parlare ribellandosi al silenzio. No, sembra  che Asia, la nostra italica strafottente figlia di Dario, ex compagna di Morgan, attrice e regista, modella, monella, tossichella  etc. lo abbia fatto – in fin dei conti – per ricevere tutto il nostro calore, affetto e compassione. Nonché il nostro devotissimo applauso. Un applauso per Asia Argento che mentre frequentava Hollywood e faceva la star in realtá soffriva per colpa del potente produttore di film americani.
Un applauso per Asia, mentre migliaia di altre donne sono rimaste vittime e zitte.
Ecco, forse é questa la sensazione di rabbia che é emersa malamente dal popolo del web che l’ha insultata.
Per quanto mi riguarda, da uomo, ho compreso da vicino il dolore delle donne che han subìto questi fatti e la loro rabbia sia per chi ha parlato sia per chi é rimasto zitta/o. Ho capito che esiste un rancore profondo in entrambe le direzioni e in entrambi i casi. Da uomo, ho capito che il genere umano é miserabile e violento il più delle volte. Ma questa é una cosa che ho capito in generale e abbastanza tempo fa. Però, come dicevo all’inizio, é una notizia di almeno una settimana, perciò é storia vecchia. Fino alla prossima violenza, no?